Riporto, appena appena rimaneggiati, un paio di commenti che ho fatto sul forum di ItalianiaLondra, che chi fosse interessato puo' leggere interamente qui.
Forse ho una visione troppo limitata del mondo del lavoro e della societa' britannica per darvi una visione corretta della cosa. Ma la mia impressione e' che il nepotismo, e "gli amici degli amici", ci sono sempre stati anche qui. Solo che nella marea di offerte di lavoro che c'erano una volta non si notava che i "soliti noti" erano stati accomodati per primi. Io vedo tanti di casi di idioti patentati che hanno accesso a master e phD nelle migliori universita' di Londra quando non dovrebbero essere nemmeno presi in considerazione per studiarci, o che trovano ottimi lavori in tempi brevissimi quando persone con CV e capacita' decisamente superiori e provate sono totalmente ignorati per le stesse o simili posizioni. Io do un consiglio a chiunque legga: levatevi dalla testa che qui esista la meritocrazia. E' solo una balla. Se fosse vero, come gia' o scritto qui, dovrebbero esserci i migliori a dirigere qualunque settore, quindi tutto dovrebbe filare liscio ed essere al top, dalla sanita' alla scuola, dai treni alla viabilita' e cosi' via. Invece disorganizzazione, sprechi e malfunzionamenti sono all'ordine del giorno.
Provate a guardare la cosa da un ottica differente da quella a cui siete abituati. Non guardate a come fosse la situazione poco tempo fa, ma cercate di vedere i cambiamenti che stanno avvenendo e quali possono essere state le circostanze che hanno condotto a determinate situazioni. Pensate che gli "uomini sono tutti uguali", ma che in situazioni differenti agiscono diversamente, al punto da sembrare fatti di paste diverse.
UK ha avuto, fino a pochissimo tempo fa, una sovrabbondanza di offerte di lavoro che neanche l'immigrazione riusciva (fino allo scoppio della crisi dell'Euro, ma che caso...) a supplire. In questo mare di offerte chiunque trovava una collocazione, chi aveva un minimo di buona volonta' saliva di livello, chi aveva delle capacita' saliva molto piu' degli altri. Viene da se' che anche le paghe erano elevate. Questa situazione tutt'ora permane nei settori altamente qualificati come l'IT; e' completamente scomparsa, pero', da quelli bassamente qualificati (pulizie, alberghi, etc.) o cosiddetti non qualificati(giardinaggio, agricoltura), dove il trattamento riservato ai dipendenti e' oramai lo stesso dell'Italia. Aggiungeteci che l'economia britannica ha da sempre mosso capitali maggiori di quella italiana, quindi gli sprechi e la malgestione non erano evidenti. Ma questa maggiore ricchezza non ha mai migliorato le condizioni della working class: a Prato negli anni '70 e '80 un operaio poteva comprarsi la prima casa ed arrivare a comprare quella al mare; mia madre non ha mai dovuto lavorare; figli d'operai potevano andare all'universita' (magari con qualche sacrificio, ma nn cosi' grandi tenuto conto di quanto altro la famiglia aveva). Qui, mentre le universita' mettono lavagne elettroniche in ogni stanza, pure quelle vuote, le tasse agli studenti sono state alzate da 3000£ a 9000£ all'anno; gli ospedali, a fianco di poche strutture eccellenti, ne hanno altre che sono allo stesso livello dei piu' infimi ospedali italiani (leggi) e stesso dicasi per l'assistenza agli anziani (leggi); le poste reali stanno per andare in sciopero, perche' mentre ai lavoratori tagliano paghe e allungano gli orari al management hanno distribuito piu' di 15mln di pounds in benefits (leggi). E questi giusto per fare qualche esempio. Se guardate ai lavori artigianali vedrete che vengono rifatti 3 o 4 volte per non essere mai fatti come dovrebbero, lo stesso dicasi per il settore edile.
Circa un mese fa mi e' capitata per le mani una petizione per provare a fermare una legge che autorizzerebbe i Parlamentari a prendere personale per le internship senza pagarli (per legge se e' un' internship deve essere pagata, poco o tanto che sia, altrimenti devi classificarla volontariato e le regole sono diverse). Insomma, sembrerebbe che qui stia per diventare peggio che in Italia per i portaborse, dove almeno, sebbene a nero, sono pagati.
Voglio farvi notare un'altra cosa: quando uno stato, o una societa', vede la necessita' di creare leggi specifiche contro un ben determinato atteggiamento, tipo la discriminazione sul lavoro per sesso o razza, significa che tale atteggiamento e' profondamente e fortemente radicato e sta creando grandi problemi. Fra tutte le varie leggi antidiscriminazione, antirazziali, etc., c'e' anche quella che obbliga le ditte a pubblicizzare ogni posizione lavorativa e raccogliere minimo 3 curricula. Legge ovviamente inutile, che fa solo perdere tempo ai jobseekers e li illude di poter accedere a buone posizioni manageriali. Puntualmente i curricula raccolti sono accuratamente scelti fra chi avrebbe le capacita' ma non ha esperienza per tale posizione, cosi' che la ditta possa dire di aver cercato ma che nessuno sufficientemente qualificato si e' fatto avanti e quindi coprire tale posizioni dall'interno, ovvero delegando maggiori responsabilita' ad un gia' esistente dipendente senza pero' aumentarne la paga in proporzione o non aumentandola affatto.
Ovviamente non ci sono statistiche riguardo queste cose, quindi potete accantonarle come "esperienza personale limitata". Ma se ne sentono troppe in giro. Come per le paghe sotto la minimum wage: le statistiche dicono sono meno dell'1%, ma si vede che li conosco tutti i io quell'1% di lavoratori. Basterebbe contare gli autolavaggi a mano che ci sono a Londra, vedere quante persone ci sono a lavare le auto, il costo del lavaggio (tal volta inferiore ai 5£, alcuni a 2£ e 50) e moltiplicare per il numero di auto lavate. Avreste cosi' un'idea su quanto i lava-auto possano essere pagati e di quanto il numero di persone che non ricevono la minimum wage a Londra sia superiore all'1%. La differenza principale con l'Italia non e' una questione di mentalita', bensi' di situazione contingente. C'era la necessita' di avere buoni lavoratori, c'era tanto lavoro, e questo ha costretto le imprese e le autorita' a comportarsi in un certo modo. Questa necessita', grazie alla crisi europea, sta scomparendo. Quindi, sebbene ci siano tutt'ora molte piu' possibilita' che in Italia, se state entrando nel mondo del lavoro ora, state pronti a destreggiarvi fra annunci civetta, offerte che rasentano lo schiavismo e precariato (cercate notizie sui "Zero hours contract", di cui recentemente si e' iniziato a parlare con grande e finta indignazione, i quali di fatto sono sempre esistiti in UK); se siete gia' nel mondo del lavoro, ma non da tempo sufficiente ad esservi fatti una posizione, state pronti a dover lottare duramente solo per mantenere cio' che avete ottenuto fin'ora.
Aggiungo una nota. La situazione al presente e' sicuramente migliore che in Italia, e provare a cercare lavoro in UK non e' sbagliato se lo si fa in modo appropriato. Ma essere consapevoli di quale siano le reali motivazioni di una situazione aiuti a prendere le decisioni in modo piu' appropriato. Del resto la situazione qui e' ancora in fase di assestamento, con velocita' diverse per i vari settori dell'economia. Trovai il mio primo lavoro in 2 giorni, questo piu' di 2 anni fa, e successivamente non sono mai stato a casa piu' di una settimana, tenendo conto che un paio di volte mi sono ritrovato senza lavoro dall'oggi al domani (cosa che accade non raramente, qui). A fine 2012, rimasto senza lavoro per varie vicissitudini, mi e' servito piu' di un mese per trovarne un altro. Ma se parlate con un IT vi dira' che la crisi non esiste, perche' lui ancora non l'ha percepita. Stesso discorso se parlate a qualcuno che lavora nel settore telecomunicazioni.
Le differenze con l'Italia vanno assottigliandosi. In piu' qui cibo e meteo fanno schifo :( |
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