Monday 26 August 2013

Un ricordo

Mio figlio nacque, circa 20 anni fa, dopo un travaglio durato 26 ore. Dalla rottura delle acque al parto, sono un bel lasso di tempo. Ovviamente il grosso della fatica non lo feci io, ma sebbene marginalmente coinvolto fu non poco sforzo. Immaginate: vieni svegliato alle 4 am e devi guidare fino all'ospedale; poi te torni a casa per prepararti e andare a lavorare; quindi la sera torni in ospedale e passi tutta la notte in bianco fino alle 6 e spiccioli del mattino successivo quando lasci la sala parto. Anche se sei riuscito a rubare un po' di tempo per dormire, fra una cosa e l'altra, non e' che sei proprio lucido. Bene, quando, stando in piedi alla parte opposta del lettino, vedi l'ostetrica che tira fuori tuo figlio, che oltre ad essere sporco di sangue e brutto come solo i bambini appena nati sono, ma lo vedi grigiastro di pelle, coperto di una fitta peluria, con mani sproporzionate rispetto al resto del corpicino al punto da sembrar badili, e peggio di tutto il cranio allungato all'indietro come quello di Alien...che vi verrebbe da pensare?
Io ho pensato: "Tutta questa fatica per questo coso?!"

Per fortuna poi le ossa del cranio hanno preso la giusta forma, la pelle asciutta il giusto colore, e col tempo "quel coso" e' cresciuto fino ad essere un bel ragazzo alto un metro e ottanta, con un fisico a posto e soprattutto con un cervello a posto. La fatica e' durata ben oltre quelle 26 ore, diversi anni di educazione, ma ne e' valsa la pena.

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